marzo 2022
dom13marzo19:00Emanuele ArciuliAmerican Landscapes19:00 Cine Teatro Odeon
(Domenica) 19:00
Viaggio in America Emanuele Arciuli pianoforte Programma William Duckworth: Time Curve Preludes 1
Emanuele Arciuli pianoforte
Programma
William Duckworth: Time Curve Preludes 1 – 7 – 12
Peter Gilbert: New Scenes from an Old World – Sonata (for E.Arciuli),
Hommage a Thelonious Monk: ‘Round Midnight ,
John Harbison: Monk’s Trope
Michael Torke: Variation,
Michael Daugherty: Monk in the Kitchen
*****
Philip Glass. Etude n.2, Louis Ballard: Four American Indian Piano Preludes,
John Cage: In a Landscape
Frederic Rzewski: Winnsboro Cotton Mill Blues
Emanuele Arciuli suona regolarmente per alcune fra le maggiori istituzioni musicali. In Italia, e collabora con orchestre come la OSN della Rai, il Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, il Teatro Petruzzelli di Bari e l’Orchestra Verdi di Milano; suona in recital al Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, per l’Arena di Verona, gli Amici della Musica di Firenze, l’Unione Musicale di Torino, la IUC di Roma etc. Il suo impegno nella musica contemporanea lo porta ad esibirsi regolarmente nelle maggiori rassegne (Milano Musica, Biennale di Venezia, Nuova Consonanza di Roma etc.).
Tra le orchestre con cui ha suonato in ambito internazionale, ricordiamo Rotterdam Philharmonic, Brussel Philharmonic, Residentie Orkest Den Haag al Concertgebouw di Amsterdam, RTSI di Lugano, Brucknerorchester Linz, Tonkünstler di Vienna (al Musikverein, per Wien Modern), Filarmonica di San Pietroburgo, Saint Paul Chamber Orchestra, Indianapolis Symphony Orchestra e molte altre.
Fra i direttori con cui collabora citiamo Roberto Abbado, Marc Andreae, John Axelrod, Andrei Boreyko, Dennis Russell Davies, Diego Fasolis, Yoel Levi, Brad Lubman, Wayne Marshall, James MacMillan, Kazushi Ono, Zoltan Pesko, Stefan Reck, Jonathan Stockhammer, Arturo Tamayo, Juraj Valchua, Mario Venzago. Attivo anche in ambito cameristico, collabora regolarmente con Sonia Bergamasco e Andrea Rebaudengo.
Accanto al repertorio più tradizionale, Emanuele suona moltissima musica del nostro tempo. Più di cinquanta le pagine composte per lui da autori come George Crumb, Milton Babbitt, Frederic Rzewski, Michael Nyman, Michael Daugherty, John Luther Adams, per citarne solo alcuni. Il suo interesse per la musica americana si è concretizzato in numerose lezioni, sia radiofoniche che televisive, e in due libri, Musica per pianoforte negli Stati Uniti (Edt) e Il pianoforte di Leonard Bernstein (Ets). Di recente pubblicazione il pamphlet La bellezza della Nuova Musica (Dedalo). Nel 2011 gli è stato conferito il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati” come miglior solista dell’anno. Tra gli altri riconoscimenti, una nomination per i Grammy Award per il cd dedicato a George Crumb.
Incide per Stradivarius, Chandos, Vai, Innova Records, Bridge, Albany, Wergo e Naxos. Recentissimo Walk in Beauty, una ricca antologia di musica americana.Insegna pianoforte contemporaneo all’Accademia di Pinerolo.
Docente di pianoforte al Conservatorio “Piccinni” di Bari, tiene regolarmente workshop per numerose università degli Stati Uniti, dove si reca dal 1998 ed ha tenuto oltre quaranta tournée.
Più notizie su www.emanuelearciuli.it
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dom20marzo19:00La sagra della primavera19:00 Cine Teatro Odeon
(Domenica) 19:00
Riccardo Alma tastiere Quirino Farabella tastiere Nello Nicotra basso elettrico Giovanni Caruso batteria Giuseppe Condorelli batteria
Riccardo Alma tastiere
Quirino Farabella tastiere
Nello Nicotra basso elettrico
Giovanni Caruso batteria
Giuseppe Condorelli batteria
Danilo Galatà batteria
La “Sagra” di Strawinsky e i “Quadri ” di Mussorgsky, ristrumentati rispettando la tradizione Progressive music, è un progetto originale voluto dall’ AME ed in prima esecuzione assoluta.Sulla pedana l’ organico prevede: 4 tastiere con suoni di piano, organo Hammond, sintetizzatore, mellotron,tre batterie, due set di timpani, Rickenbacker electric bass, Taurus sinth bass pedal.Impegnati a far rivivere questi capolavori è l’Atreides Prog Ensamble.
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aprile 2022
dom03aprile21:00Monika BulajPerforming Reportage "Dove gli dei si parlano"21:00 Cine Teatro Odeon
(Domenica) 21:00
Dove gli Dei si Parlano Performing reportage Con: Monika Bulaj, Kasia Kapela, Patrycja Betley “Le ultime oasi d’incontro tra
Performing reportage
Con: Monika Bulaj, Kasia Kapela, Patrycja Betley
“Le ultime oasi d’incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. In una parola: l’uomo, la sua bellezza, la sua sacralità inviolabile, ostinatamente cercata anche nei luoghi più infelici del Pianeta, seguendo il sole, la luna, le stagioni, i culti e i pellegrinaggi, in una “mappa celeste” che ignora gli steccati eretti dai predicatori dello scontro globale. Un mondo parallelo e poco
raccontato che va dall’Asia centrale all’America Latina, dalle Russie al Medio Oriente, e ti riconsegna la bellezza nella contaminazione: i riti dionisiaci dei musulmani del Magreb, il pianto dei morti nei Balcani, i pellegrinaggi nel fango degli Urali, l’evocazione degli dèi in esilio oltremare, sulla rotta degli “scafisti” di un tempo, a Haiti e Cuba, dove la forza spirituale della terra madre diventa rito vudù, santeria, rap mistico, samba, epitalamio e mistero. Questo lavoro è cambiato negli anni. All’inizio documentavo le piccole e le grandi religioni nelle ombre delle guerre antiche e recenti. Ad un certo punto sono state le mie immagini a cercarmi, a parlare da sole, raccontando delle preghiere e dei sogni, dell’acqua e del fuoco, della memoria, del teatro della festa dei morti, della via dei canti. Ora quello che faccio è semplice, quasi infantile: raccolgo schegge di un grande specchio rotto, miliardi di schegge, frammenti incoerenti, pezzi, atomi, forse mattoni della torre di Babele”. La musica che accompagna il reportage crea un mappa viva. I canti come i veicoli ci accompagnano nei loro luoghi e riportano nello spazio presente del incontro con il pubblico. Diventano terra per il racconto e uno scambio intimo con lo spettatore.
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