Pocket Poetry Orchestra

Amàri

Quello di Biagio Guerrera è un nuovo canzoniere siciliano, una raccolta di versi ma anche di canti, arrangiati insieme ad alcuni dei protagonisti della nuova scena musicale isolana.
Si potrebbe pensare che la nuova raccolta di versi in siciliano di Biagio Guerrera sia un libro che parla d’amore. Lo si poteva intitolare Amùri, invece si intitola Amàri.
Amore e Amare non significano la stessa cosa: Amore è nome ma anche idea, concetto, spesso ideale;
Amare invece è verbo e atto che, declinato a seconda delle circostanze, racconta storie ed emozioni, si ascolta o si bisbiglia, si urla a squarciagola. L’Amare è pervaso, sì, dall’Amore, ma contiene in sé anche la quotidianità, l’odore e i dolori di una vita sola e di
tante. Ecco allora cos’è Amàri: poema e canto di una vita sola e di tante.

 

«Guerrera è un poeta del Mediterraneo (…), di quei cantori che salivano sui velieri e sui vapori e di porto in porto sbarcavano le loro leggende e malinconie» – Giovanna Giordano

 

Line Up x Amàri

Biagio Guerrera voce
Simona Di Gregorio voce, organetto
Vincenzo Gangi chitarra
Giovanni Arena contrabbasso
Riccardo Gerbino tabla, percussioni

 

Audio

“Aveva assai ca nunni sinteumu”, tratto dall’album “Amàri”

 

 

“Presagiu”, tratto dall’album “Amàri”

 

 

Video

Venerdì Santu, from the album “Amàri”

Sta arrivannu l’amuri, from the album “Amàri”

 

Nenti sutta u suli nenti subbra

Questa è un’altra produzione della PPO dedicata invece al poeta Salvo Basso nel decennale dalla morte. Il reading arriva dopo uno studio sulla musica dei versi di Salvo Basso che Biagio Guerrera conduce oramai dal 1998 e sarà dedicata a una delle grandi passioni di Basso: l’Antico Testamento e in particolare l¹Ecclesiaste del quale qo (1999 Edizioni l’Obliquo, Brescia) rappresenta una straordinaria e personalissima riscrittura così come il Cantico dei Cantici ha ispirato Canticanticu (in AA. VV Catania Sotterranea, 1999 Officine Catania) a questi testi si affiancheranno altri testi di Basso e una riscrittura poetica dello stesso Biagio Guerrera.

 

«A mmoriri semu tutti sperti ca sulu a vita nun c’è riparu» – Salvo Basso

 

Line Up x Nenti sutta u suli nenti subbra

Biagio Guerrera voce
Murray Lachlan Young voce
Vincenzo Gangi chitarra
Giovanni Arena contrabbasso
Marina Borgo percussioni
Riccardo Gerbino percussioni

Musiche di Vincenzo Gangi e Biagio Guerrera
Immagini di Aldo Palazzolo

 

Un po’ di storia

La Pocket Poetry Orchestra nasce nel 2007 da un’idea di Biagio Guerrera, che dà seguito e amplia l’esperienza dell’incontro poetico-musicale tra il poeta tunisino Moncef Ghachem e il gruppo italo-palestinese dei Dounia, esperienza confluita nel reading.
Dalle sponde del mare bianco, inciso su cd e contenuto nell’omonimo libro pubblicato nel 2003 da Mesogea.
La PPO ha un organico variabile che può comprendere i quattro componenti dei Dounia (il cantante palestinese Faisal Taher, il chitarrista Vincenzo Gangi, il contrabbassista Giovanni Arena e il percussionista Riccardo Gerbino) con l’aggiunta della percussionista
Marina Borgo, del polistrumentista Stefano Zorzanello, della cantante Simona Di Gregorio e di Biagio Guerrera, in qualità di attore e regista. Il gruppo base si compone di volta in volta con l’aggiunta di poeti e solisti ospiti in base alle esigenze delle diverse produzioni. La PPO vuol essere un ensemble che si pone come scopo peculiare quello dell’indagine sonora tra musica e parola, per creare un tessuto musicale e vocale omogeneo: un flusso sonoro che possa porgere all’ascoltatore un unico suono in cui la parola del testo è completata dalla musica, e mai inibita. Dopo il primo lavoro, Quelli che bruciano la frontiera, su testi di Moncef Ghachem e Biagio Guerrera, (Ethnosuoni 2011), nello stesso anno ha debuttato il reading con Ronny Someck ed Eyal Maoz (poeta e chitarrista israeliani). Del 2012 il Nenti sutta u suli nenti subbia con testi del poeta Salvo Basso, in occasione del decennale dalla morte del poeta siciliano. Del 2015 Sicilia Segreta, con testi inediti dei poeti Moncef Ghachem, Jaroslaw Mikolajewski e Peter Waterhouse, video di Documenta, Carlo Lo Giudice e Raffaella Piccolo e con la partecipazione di Cochi Ponzoni.

 

La Pocket Poetry Orchestra ha già presentato i suoi concerti reading a:
Mantova, Festivaletteratura
Roma, Auditorium Parco della Musica
Palermo, Fondazione Orestiadi di Gibellina
Sidi Bou Said, Tunisi, Journèes Théâtrales de Carthage
Napoli, Galassia Gutenberg, Galleria Toledo
Catania, Zo, Centro Culture Contemporanee, Uva Grapes
Trieste, Mediterraneo Folk Fest
Capo Peloro (ME), Parco Horcynus Orca
Caltanissetta, Teatro Margherita
Genova, Genova Poesia, Palazzo Ducale
Noto, Le Notti di Giufà
Varsavia, Istituto Italiano di Cultura
Cracovia, Sinagoga Popper | Austeria

 

Biagio Guerrera, nato a Catania nel 1965, ha studiato canto con Michiko Hirayama. È tra i fondatori del collettivo artistico Famiglia Sfuggita, con cui nel 1992 presenta, a Santarcangelo dei Teatri, Idda, poi inserita nella sua prima raccolta poetica dal titolo omonimo (Il Girasole, 1997).
Nel 2003 partecipa alla realizzazione di Dalle sponde del mare bianco (Mesogea, 2003), insieme ai Dounia e al poeta tunisino Moncef Ghachem. Nel 2009 pubblica la sua seconda raccolta poetica, Cori niuru spacca cielu (Mesogea) e nel 2011 Quelli che bruciano la frontiera (Folkstudio ethnosuoni) insieme a Moncef Ghachem e alla Pocket Poetry Orchestra.
Il suo interesse per la lingua siciliana lo ha portato a collaborare con il drammaturgo Carmelo Vassallo e a lavorare sui testi di Salvo Basso e Nino De Vita, firmando alcune regie tratte da opere poetiche (tra cui: Idda, L’incittà, ‘U spavintapàssari, Le vecchie e il mare, Nenti sutta u suli nenti subbra). Svolge un’intensa attività di curatore e operatore culturale in diverse associazioni (Associazione Musicale Etnea, Festival Internazionale di poesia Voci del mondo, Leggerete, SabirFest). Suoi testi sono stati pubblicati in varie riviste e antologie, in Italia e all’estero. Casa Munnu (Mesogea, 2021) è la sua ultima raccolta.
Nel 2019 ha vinto il Premio Lerici Pea “Paolo Bartolani” su segnalazione di Andrea Camilleri e Manuel Cohen.

 

Salvo Basso (Giarre, 1963 – Scordia 2002), laureato in storia e filosofia all’Università di Catania, ha svolto attività culturale e politica a Scordia dove è stato assessore alla pubblica istruzionee e vicesindaco. Animatore del Coordinamento delle città del calatino per la cultura e promotore della rivista Città di città periodico delle città storiche siciliane; ha collaborato con eupolis rivista delle città storiche toscane diretta da Pietro Toesca. Ha scritto poesie per Via lattea e Il battello ebbro, Molloy.
Nel 1997 ha pubblicato il volume di poesie Quattru sbrizzi pesso le Edizioni Nadir, di cui è stato coordinatore. Ha poi pubblicato Qo (Edizioni dell’Obliquo), Dui (ed. Prova d’autore, 1999) e Ccamaffari (ed. Prova d’autore, 2002). Dopo la sua morte sono state pubblicate numerose raccolte di inediti tra le quali segnaliamo U tempu cc’è, con fotografie di Aldo Palazzolo, Studio Focus Editore 2005; Un pensiero che non finisce – Versi (1997-2002), a c. di Sebastiano Leotta, Edizioni Novecento 2006.
Dal 2003 è stato istituito il “Premio Salvo Basso-Città di Scordia” riservato a un libro di poesia in uno dei dialetti d’Italia.
Salvo Basso è stato un autore che ha fatto della lingua siciliana uno strumento espressivo nuovo, moderno, pienamente consapevole della tradizione letteraria poetica italiana degli ultimi anni. Ironia, gusto per l’aforisma, inciso fulminante e intelligente sono il tratto distintivo della sua poesia con la capacità di cogliere nello scarto la verità più densa e imprevedibile.

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