2025mer05nov20:30Catania TVB20:30 CUT | Centro Universitario Teatrale, Piazza Università 13, Catania

Dettagli evento

CATANIA TVB

Daniele Vita fotografie
Vittorio Auteri
tastiere, electronics
Puccio Castrogiovanni marranzano, plettri
Stefano Buda video editing
Biagio Guerrera voce

 

Una produzione originale tra musica, poesia e immagine realizzata dall’AME a partire dal lavoro di ricerca compiuto dal fotografo Daniele Vita su Catania. Il compositore e producer Vittorio Auteri ha realizzato le musiche originali in collaborazione con il compositore e polistrumentista Puccio Castrogiovanni, i testi sono del poeta Biagio Guerrera, il montaggio di Stefano Buda.

 

Nota di produzione

Il lavoro di Daniele Vita è uno dei più vivi e pulsanti visti a Catania negli ultimi anni. Emozionante per la capacità di entrare in un rapporto empatico e poetico con gli ambienti più marginali, con gli ultimi, con chi non ha voce. È un lavoro che si è stratificato nel tempo, fatto di ascolto, attenzione e di quella “osservazione partecipante” che gli viene certo dagli studi giovanili di antropologia ma soprattutto da una curiosità naturale e vivacissima. Nei tre capitoli in cui è diviso il lavoro emerge prepotente un mondo giovanile nel suo incontro/scontro con ambienti e contesti archetipici della città: la scogliera lavica, la Piazza della Fiera, la festa di S. Agata. Le foto di Vita riescono a raccontarci alcuni dei caratteri fondativi della città nella loro natura ciclica. I protagonisti delle sue foto, che in Catania TVB sono prevalentemente giovani, sembrano parlarci anche attraverso immagini ferme, ed è proprio lasciando spazio a queste voci mute che nascono le musiche di Vittorio Auteri. L’intento non è mai stato infatti quello di comporre musica che descrivesse i soggetti delle foto, ma quello di far vivere in suono i mondi in cui tali soggetti vivono, sognano, lottano. Una non così nuova Catania sotterranea, raccontata dal basso e da vicino, che esplora visivamente e musicalmente realtà già fortemente identitarie della città ma ancora troppo sottovalutate da buona parte dei cittadini. Questa sensazione di vicinanza mai totalmente riconosciuta è palpabile anche attraverso i suoni, che attingendo da fonti digitali, analogiche e organiche, grazie anche al prezioso e fondamentale contributo del polistrumentista Puccio Castrogiovanni, sono talvolta pure nei loro richiami a strumenti tradizionali, talvolta pesantemente manipolate attraverso moderni processamenti di musica elettronica, cercando di raccontare la stessa ambivalenza di una città al contempo dolce e stridente, malinconica e speranzosa. Catania TVB è un lavoro audiovisivo totale, che prende vita grazie al sapiente montaggio di Stefano Buda e ai testi di Biagio Guerrera, che traghettano gli spettatori attraverso i vari capitoli del racconto e permettono di spiare una Catania Madre e Donna che, nonostante tutte le difficoltà, non riusciamo a non amare.

 

Vittorio Auteri, attivə nella scena musicale siciliana dal 2016, compone e produce musica neoclassica ed elettronica per danza contemporanea e teatro dal 2019, oltre ad aver pubblicato negli anni quattro album con diverse formazioni, tra cui lumi, Regen e l’écume des jours. Pur modellando il suo stile negli anni attraverso le diverse nature dei progetti di cui ha fatto parte, il suo obiettivo costante è quello di dar vita ad una convergenza tra tecniche di composizione e sound design più sperimentali ed una forma sonora che trascini l’ascoltatore in terreni scomodi ma familiari. Ha collaborato tre volte con Scenario Pubblico componendo musiche per due restituzioni del percorso MoDem e per Kristo, diretta da Roberto Zappalá. Nel 2020 viene selezionatə al workshop avanzato per producer/performer di musica elettronica tenuto da Biennale College a Venezia presso il CiMM e sempre nello stesso anno la band statunitense Battles premia il suo remix del loro album Juice B Crypts all’interno della competizione indetta da Metapop e Warp Records. Collabora attivamente con la coreografa Maria Combi, per la quale compone insieme a Simone Spampinato le musiche per Ali di Cenere – if you never see me do I still exist?, debuttando allo ZHDK di Zurigo il 29 Aprile 2023. Dal 2022 la sua attività principale ruota attorno al collettivo multidisciplinare Desperate Housewaifs, co-fondato due anni prima e con cui debutta il 15 Gennaio 2023 con LA MACCHINA AMLETO, performance sperimentale ibrida tra teatro e concerto, portata in diversi spazi e festival a Catania, Patti, Napoli, Roma e Milano.

 

Puccio Castrogiovanni, nato a Catania nel 1962 da una famiglia di artisti e musicisti, comincia fin da piccolo a studiare il piano e a suonare il marranzano e la chitarra. Suona indifferentemente svariati strumenti etnici: dalle tastiere ai plettri, dai fiati alle percussioni. È uno dei fondatori del gruppo musicale I LAUTARI, con cui da oltre vent’anni svolge un’intensa attività concertistica e discografica. I Lautari si muovono nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento con un progetto che pre-vede la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani, ma anche la composizione di canzoni inedite nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali. Nel 2007 Puccio Castrogiovanni inizia la sua collaborazione con Roberto Zappalà e la compagnia zappalà danza, in occasione della realizzazione di “Instrument 1 <scoprire l’invisibile>”, spetta-colo di Roberto Zappalà realizzato nell’ambito di Etnafest Arte, per il quale Castrogiovanni ef-fettua un’originale ricerca sul marranzano. Lo spettacolo ancora in tour è stato rappresentato in tutto il mondo e ne sono state realizzate oltre cento repliche. Successivamente Castrogiovanni firma anche le musiche di “A.semu tutti devoti tutti”, creazione di Roberto Zappalà, che ha vinto il Premio Danza&Danza quale miglior spettacolo italiano 2009. Daniele Vita, nato a Vetralla nel 1975, ha sviluppato e consolidato la sua esperienza fotografica nel tempo preminentemente attraverso viaggi di reportage sociale in diversi paesi (tra cui Ecuador, Bulgaria, Algeria e area del Maghreb, ma anche alcune zone del Sud Italia). La sua straordinaria sensibilità alle tematiche sociali più serie riscontrate in questi paesi si unisce ad una capacità particolare di raccogliere nel mondo quotidiano espressioni spontanee di umanità, scampoli di esistenze segnate da un destino non semplice, prospettive non scontate di giovani vite in divenire. Questa grande capacità di vestirsi di quei mondi con semplicità, rispetto e trasparenza è favorita da soggiorni di convivenza più o meno lunghi nelle terre e nei nuclei familiari di cui ci racconta. Di tali esperienze riesce a offrire testimonianza collaborando con diverse riviste di settore Italiane (Foto Cult, Progresso Fotografico e altre ancora), che lo segnalano per servizi fotografici e reportage prevalentemente a sfondo sociale.

 

Daniele Vita collabora nel corso degli anni (attraverso progetti fotografici diversi) con Unhcr, Anci, Arci, Fratelli Alinari, De Agostini e il Comune di Roma. Ha collaborato inoltre (e collabora tuttora) con numerose Cooperative sociali e Associazioni (tra cui Coop Alice Lazio e Fondazione Exodus) documentandone fotograficamente le attività e lavorando a progetti speciali realizzati in seno alle stesse Associazioni. Nel 2008 vince il primo premio al Toscana Foto Festival e nel 2009 vince il primo premio Sud est Coop e solidarietà. Sempre nel 2009 è finalista al premio Kiwanis, Portfolio Italia. Nel 2009 e 2010 è finalista al premio Occhi di Scena e nel 2011 è finalista al premio Unicef POY 2011. Nel 2012 vince la borsa di studio Giovanni Tedde grazie ad un reportage su Cojimies, un piccolo villaggio ecuadoriano affacciato sull’Oceano Pacifico. Nel 2014 vince il premio Castelnuovo Fotografia con il progetto “Borders #0”, un progetto paesaggistico sull’isola di Lampedusa, che viene esposto l’anno successivo sempre a Castelnuovo Fotografia. Nel 2015 espone nella collettiva “Rovine”, la forza delle rovine a Palazzo Altemps, accanto a maestri della fotografia internazionale. Nel 2017 partecipa a una collettiva dal nome “Feeling Home, Sentirsi a casa” presso al Fabbrica del Vapore a Milano, progetto itinerante con il quale espone anche a Voghera (PV) nello stesso anno e a Corigliano Calabro (CS) nel 2019. Nel 2018 è invitato al Med Photo Fest, esponendo il lavoro “Suleymaniye Otopark”, che racconta la vita di profughi siriani nei pressi della moschea di Suleymaniye a Istanbul, lo stesso lavoro diviene un libro dal titolo “Estremo Umano” edito da La Camera Verde. Nel 2019 vince il premio “Crediamo ai tuoi occhi” con il lavoro la Settimana Santa in Sicilia e pubblica il libro con lo stesso titolo (edizione Fiaf). Nello stesso anno vince il premio “1801 passaggi del Mavi” e riceve una menzione d’onore al Unicef Poy 2019. Nel 2021 vince il primo premio nella categoria Future Generation al World Report Award, Festival della Fotografia Etica. Questo progetto è stato esposto a Lodi, sede del suddetto Festival e all’Head On Photo Festival di Sidney, Australia e Voghera fotografia. Nel 2022 è finalista al Romano Gagnoni Award e al Gomma Grant e vince il primo premio nella categoria Daily Life Picture Story al POY Pictures of the Year. Sempre nel 2022 vince il primo premio BarTur nella sezione Unity and Diversity. Tra le sue esposizioni personali e collettive, si ricordano le mostre presso la Sala Santa Rita a Roma (2006), a San Pier Scheraggio presso gli Uffizi (Firenze) per i fratelli Alinari (2007), al Fotografia-Festival internazionale di Roma (2008), al Centro italiano per la fotografia d’autore a Bibbiena (2009), al Toscana Foto Festival (2010), al MIA – Milan Image Art Fair (2011) e al Citerna Fotografia (2012), a “Rovine, Roma palazzo Altemps nel 2015, a Castelnuovo di Porto Fotografia nel 2015.

 

Biagio Guerrera, nasce a Catania nel 1965, studia canto con Michiko Hirayama. È tra i fondatori del collettivo artistico Famiglia Sfuggita, con cui nel 1992 presenta, a Santarcangelo dei Teatri, Idda, poi inserita nella sua prima raccolta poetica dal titolo omonimo (Il Girasole, 1997). Nel 2003 partecipa alla realizzazione di Dalle sponde del mare bianco (Mesogea, 2003), insieme ai Dounia e al poeta tunisino Moncef Ghachem. Nel 2009 pubblica, Cori niuru spacca cielu (Mesogea) e nel 2011, Quelli che bruciano la frontiera (Folk studio ethnosuoni) insieme a Moncef Ghachem e alla Pocket Poetry Orchestra. Il suo interesse per la lingua siciliana lo ha portato a collaborare con il drammaturgo Carmelo Vassallo e a lavorare sui testi di Salvo Basso e Nino De Vita, firmando a lcune regie tratte da opere. Svolge un’intensa attività di curatore e operatore culturale in diverse associazioni (Associazione Musicale Etnea, Festival Internazionale di poesia Voci del mondo, Leggerete, SabirFest). Suoi testi sono stati pubblicati in varie riviste e antologie, in Italia e all’estero. Casa Munnu (Mesogea, 2021) è la sua ultima raccolta. Nel 2019 ha vinto il Premio Lerici Pea “Paolo Bartolani” su segnalazione di Andrea Camilleri e Manuel Cohen.

 

Stefano Buda, nasce a Catania nel 1991. Nel 2014 consegue la Laurea di Primo Livello in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Nel 2018 consegue un Master Aziendale in Editoria presso la casa editrice Villaggio Maori (Catania). Dal 2015 lavora come graphic designer e videomaker freelance. Collabora principalmente con realtà locali che svolgono attività di promozione culturale come l’Associazione Musicale Etnea e l’Associazione Culturale Liber-arti. Attualmente ha curato produzioni video musicali per Lautari, Eleonora Bordonaro e Jacarànda. Il suo video A città jè china ri luci, tratto da un poema di Biagio Guerrera è stato seleziona a Zebra Poetry Film Festival (Berlino, 2021 e 2022), Doctor Clip (Roma, 2021), ed è stato finalista al premio La poesia che si vede (Ancona,  2022).

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